
Pina Tromellini Pedagogista - Scrittrice
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CONFRONTI
L’importanza di incontrare maestri è fondamentale. Caso o fortuna? Forse è la predisposizione ad affidarsi quando si percepisce che hai di fronte una guida. Con umiltà allora ti apri e pensi che si impara da chi ha più esperienza di te.
Ne ho incontrati alcuni e penso di aver ricevuto molto.
Un insegnante delle scuole superiori mi ha indirizzato all’amore per i libri. Leggeva in classe Madame Bovary di Gustave Flaubert, classico romantico dell’ottocento. Emma, la tragica protagonista, grazie alle letture adolescenziali, pensava che la realtà fosse ricca d’amore e di speranze.
L’epoca in cui stavo crescendo era infarcita di proibizioni e chiusure ed io ragazza ero avvinta da quella storia e dalla scrittura. Dai libri si apprende la complessità delle vite degli altri e quell’insegnante contribuì alla mia formazione letteraria: leggeva, commentava e comparava con la storia, l’arte e la musica. Sono impronte che lasciano segni e indicano strade.
Altre volte sono andata a laboratorio come una semplice artigiana che sta imparando il mestiere di vivere.
Da un uomo amato ho appreso ad apprezzare le amicizie, i viaggi, tutto quanto di piacevole esiste fuori dalle quattro mura di casa. Mi sono tolta di dosso le tante corazze che l’educazione autoritaria mi aveva imposto. Non è stato semplice ma ho corretto una parte del carattere, riuscendo ad apprezzare l’altrove. Mi sono aperta al mondo. Da sola forse non ci sarei riuscita. Se la famiglia e la scuola ti offrono una formazione chiusa dentro steccati, occorre tempo per superarli.
A distanza d’anni, ringrazio chi mi ha aiutato a ‘plasmarmi di nuovo, facendomi capire che è possibile apprezzare la diversità .
I maestri che incontri cambiano in rapporto all’età , agli interessi e alla professione scelta e ognuno deve metterci molto di se stesso rispetto alla responsabilità di quanto sta costruendo.
Altri due maestri mi hanno condotto per mano ed io, ogni tanto mordevo il freno, pur riconoscendone il carisma.
Ad uscire dal guscio di una scrittura autoreferenziale, mi ha aiutato la condivisione con un pediatra, scrittore e filosofo, uomo grande e umile. Avevamo le stesse idee sull’infanzia e l’educazione. Dalle nostre conversazioni è nato il mio primo libro pubblicato. Un successo e una motivazione a continuare. Ogni incontro con lui era una festa di idee nuove, tutto con tenerezza e disponibilità squisita. La mia scrittura si arricchì e diventò sempre più comunicativa.
Un altro maestro, per diversi anni mi ha formato nella professione di pedagogista. Avrebbe potuto essere anche un altro mestiere in campo educativo. Da lui ho appreso l’impegno, la necessità di un aggiornamento continuo, la meraviglia per i saperi che allenano la mente.
Ho imparato a lavorare in gruppo e individualmente senza lasciare nulla al caso.
Sono diventata creativa e divergente rispetto alle abitudini convenzionali.
Mi chiedo se sono riuscita anch’io a trasmettere qualcosa. Chi ha ricevuto tanto e riesce a ringraziare per questi doni, forse si trova in una posizione di disponibilità verso gli altri.